Se Papa Francesco non aveva ancora dimostrato abbastanza la sua modernità e la sua apertura alle nuove generazioni e alle loro abitudini, ora dà una nuova spinta al processo religioso e alla chiesa. Dopo la contestata enciclica Amoris Laetitia, emanata dopo il sinodo sulla famiglia, Francesco ha incontrato nella Basilica di San Giovanni in Laterano i partecipanti ad un corso di formazione promosso dal Tribunale della Rota romana, e proprio in questa occasione ha ribadito la necessità da parte delle parrocchie di aprirsi alle coppie che convivono prima di sposarsi. La sua speranza, dice, è che ci sia un “orizzonte sempre più vasto” per la pastorale familiare, obiettivo che si concretizza “incontrando e accogliendo i giovani” che fanno questo tipo di scelta.?Si tratta di una sensibilità specifica sulla quale il pontefice sembra voler sollecitare per primi proprio gli operatori della sua diocesi, quella di Roma.Parlando ai parroci, nel febbraio 2017, aveva invitato a farsi “compagni di viaggio, per testimoniare e sostenere” ogni situazione, citando “unioni celebrate in Cristo, unioni di fatto, unioni civili, unioni fallite, famiglie e giovani felici e infelici”. Un appello che ora si rivolge anche ai laici che organizzano i gruppi diocesani e parrocchiali. Francesco chiede di “testimoniare la bellezza del matrimonio” nei corsi di accompagnamento verso le nozze, ricordando che “più il cammino di preparazione sarà approfondito e disteso nel tempo, più le giovani coppie impareranno a corrispondere alla grazia e alla forza di Dio e svilupperanno anche gli anticorpi per affrontare gli inevitabili momenti di difficoltà e di fatica della vita coniugale e familiare”.?Del resto Bergoglio non ha mai fatto mistero di quanto ha sperimentato come sacerdote e vescovo. Aprendo il convegno annuale del 2016 nella diocesi di Roma ha raccontato una sua esperienza a Buenos Aires: “I parroci nei corsi di preparazione al matrimonio la prima domanda che facevano era: Quanti siete conviventi?. La maggioranza alzava la mano. Preferiscono convivere, e questa è una sfida, chiede lavoro”. In quelloccasione ha poi raccomandato ai preti: “Non dire subito: perché non ti sposi in chiesa? No. Accompagnarli: aspettare e far maturare. E fare maturare la fedeltà”.?Cè da supporre che largomento possa tornare dattualità anche nei prossimi giorni. Dal 3 al 28 ottobre torna infatti a riunirsi il sinodo dei vescovi e Francesco ha voluto stavolta che il dibattito sia focalizzato proprio sulle tematiche legate ai giovani.